- Ufficio Comunicazioni Sociali Accademia Bonifaciana
- 10 Maggio 2025
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A pochi giorni dall’elezione al soglio pontificio del cardinale Robert Francis Prevost, ora Leone XIV, il professor Sante De Angelis, ci offre una lettura forte e profonda di quanto sta avvenendo, con gli auguri al novello Pontefice, da parte della Bonifaciana.
Un Papa americano, ma anche peruviano, francese, spagnolo, italiano. Un missionario. Un agostiniano. Un uomo che ha attraversato culture, continenti e Chiese. Un nome antico, Leone, che richiama papi riformatori e coraggiosi. Una scelta che ha il sapore della profezia.
Così, a pochi giorni dall’elezione al soglio pontificio del cardinale Robert Francis Prevost, ora Leone XIV, il professor Sante De Angelis, Interlocutore Referente presso la Pontificia Accademia di Teologia, Rettore Presidente dell’Accademia Bonifaciana e dell’Ucid di Anagni-Alatri, ci offre una lettura intensa e profonda di quanto sta accadendo.
«È importante che per la prima volta venga eletto un Papa dagli Stati Uniti. Ma attenzione: è un uomo che ha passato tanti anni fra i poveri del Perù, dove è stato anche vescovo. Papa Francesco lo ha voluto alla guida della Congregazione dei Vescovi proprio per la sua esperienza universale. Ed è un agostiniano, uno che conosce in profondità Sant’Agostino e ne vive lo spirito».
Il nuovo Papa, nato a Chicago nel 1955, ha pronunciato nove volte la parola “pace” nel suo primo discorso da pontefice. Ha parlato in italiano con qualche incertezza, si è rivolto ai fedeli anche in spagnolo, ha salutato la sua amata diocesi peruviana di Chiclayo. Alla fine ha recitato con il popolo in piazza l’Ave Maria, chiedendo preghiera per il suo ministero. E ha ricordato Francesco, il Papa «dalla voce debole ma sempre coraggiosa».
«Tutti questi elementi – prosegue De Angelis – ne fanno davvero un Papa che esprime la Chiesa universale e, al tempo stesso, le chiese locali: dall’America Latina al Nord America, da Roma – dove viveva da diversi anni ed è stato docente – fino ai luoghi del mondo dove ha lasciato il cuore. È il Papa della Chiesa globale al servizio della pace».
Il motto scelto da Leone XIV è una dichiarazione d’intenti: “In Illo uno unum”, “In Lui uno siamo uno”. È un versetto tratto da un’omelia di Sant’Agostino. L’unità in Cristo. E, per il Rettore Presidente, non poteva esserci parola più urgente.
«È molto agostiniano, no? E credo che sia anche molto bello. L’unità è forse la cosa di cui il mondo ha più bisogno. La pace nasce dall’unità. Hanno scelto un uomo che può servire la causa della pace con fiducia, umiltà e fede».
Ma perché proprio Leone? È un nome che nella storia della Chiesa non passa mai inosservato. Dal Leone Magno del V secolo, dottore della Chiesa e difensore di Roma, fino a Leone XIII, autore della Rerum Novarum e padre della dottrina sociale della Chiesa moderna.
«Abbiamo avuto grandissimi papi di nome Leone. Pensiamo a Leone Magno, ma anche al nostro Leone XIII, il papa delle grandi encicliche sociali. Nella storia, i papi che hanno portato questo nome hanno servito la pace e la giustizia, sono stati pastori totalmente dediti al servizio del popolo di Dio. È un nome che ha risonanze agostiniane, è la storia della fede che ritorna».
Il nuovo pontefice – americano di nascita ma figlio del mondo – rappresenta, secondo De Angelis, «una felice sintesi di culture e spiritualità: figlio di un padre francese e italiano e di madre spagnola, con radici nel Midwest degli Stati Uniti e un cuore rimasto in Sud America».
«Anche questo lo mette in continuità con Papa Francesco: origini miste, missionario per tanti anni in Perù, poi a Roma. La sua lingua madre è l’inglese, ma ha vissuto a lungo parlando spagnolo, e oggi si esprime anche in italiano. È davvero il Papa del villaggio globale. Un uomo che può portare la fede al servizio della pace dell’umanità intera».
E il compito che lo attende è immenso. Il Rettore Presidente lo riassume in tre livelli, tutti legati alla parola chiave del nuovo pontificato: pace.
«Primo: la pace dei cuori. Deve essere il Papa che annuncia al mondo la fonte della vera pace, che è l’amicizia con Dio e il servizio dell’amore verso gli altri. Secondo: la pace nella Chiesa. Un Papa che costruisca comunione tra le tante anime che vivono nella Chiesa, in nome dell’amore di Cristo. E infine, la pace tra i popoli: un Papa che si possa spendere per la pace nel mondo, con profondo rispetto delle diversità e delle storie di ciascuno».
In piazza San Pietro, la voce emozionata di Leone XIV ha lanciato un appello: «Aiutateci anche voi a costruire ponti, con il dialogo e con l’incontro». Parole che evocano le immagini più vive del pontificato di Francesco, ma che si proiettano già nel futuro. «Ha parlato con tanta serenità, con tanta luminosità. Questo è stato molto bello. Che il Signore lo aiuti. Preghiamo per lui».
Un pastore che viene da lontano, ma che si è fatto prossimo. Un Papa che abbraccia il mondo con il cuore di Sant’Agostino. Un nuovo Leone chiamato a custodire l’unità e costruire la pace.
L’Accademia Bonifaciana ha rivolto da subito un pensiero benaugurante al nuovo papa, Leone XIV: Auguriamo con tutto il cuore al neo eletto pontefice di poter svolgere la propria missione con la forza, il coraggio e la serenità necessarie per affrontare le sfide impegnative che i nostri tempi pongono davanti a tutto il mondo. Come tutti, siamo rimasti favorevolmente colpiti ed impressionati dalla scelta del Santo Padre di esordire davanti alla folla di fedeli e al mondo intero usando la parola pace. Per un territorio come il nostro ed una storia come la nostra, si tratta di un concetto profondo e intimo in nome del quale il Papa troverà sempre una comunità accademica disponibile all’impegno per la costruzione dei “ponti” da lui auspicata.
A nome della comunità Bonifaciana, esprimo – dichiara il Rettore Presidente Sante De Angelis – i più sentiti auguri a Sua Santità Papa Leone XIV, primo Pontefice di origine statunitense, per l’inizio del suo pontificato. La sua elezione rappresenta un momento di grande significato non solo per la Chiesa, ma per tutto il mondo, che guarda con speranza a una guida capace di parlare di pace, dialogo e fratellanza in tempi profondamente segnati da conflitti e tensioni. Le nostre terre, ricche di storia e cultura, affondano le proprie radici in un patrimonio cristiano che ha formato generazioni nel segno della solidarietà, della dignità della persona e del servizio al prossimo. Si tratta di valori che non appartengono solo alla sfera religiosa, ma che orientano anche l’impegno civile e istituzionale.
In un’epoca in cui le guerre e le crisi sociali sembrano oscurare il futuro, il nuovo Papa rappresenta una voce autorevole capace di richiamare le coscienze, anche in Europa, a un rinnovato senso di responsabilità. Le relazioni tra i popoli, i legami transatlantici, la cooperazione internazionale e il rispetto delle identità sono sfide che richiedono visione e coraggio.
La Bonifaciana, con le sue realtà locali, attraverso le Delegazioni sparse in Italia e all’estero e il suo forte senso comunitario, continuerà a essere un esempio di coesione e impegno sociale, nella convinzione che il bene comune si costruisce insieme, giorno dopo giorno, con spirito di servizio e fiducia nel futuro.
Salutiamo con gioia, quindi, l’elezione a Pontefice del Cardinale Roberto Francis Prevost, con il nome di Leone XIV, assicuriamo la vicinanza di tutti gli accademici, rinnovando il costante impegno nella difesa del creato e nella promozione della dignità del lavoro e costruzione di una società più giusta e solidale. Una società capace di garantire cibo sicuro e accessibile a tutti, in Italia e nei Paesi più poveri, secondo gli insegnamenti della Dottrina Sociale della Chiesa.
Nel rivolgere il nostro augurio al Santo Padre per l’inizio del suo pontificato – sottolinea e chiude il professor De Angelis – in uno scenario mondiale profondamente instabile segnato da gravi squilibri sociali ed economici, esprimiamo la profonda speranza che il suo magistero sappia indicare con forza la strada della pace, della giustizia e della fraternità. E che il suo messaggio possa ispirare un rinnovato slancio verso un mondo più solidale, dove la custodia del creato e il rispetto della vita siano fondamento di una convivenza pacifica tra i popoli.