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De Angelis: “L’Ambasciatore di Pace, può e deve trasmettere il concetto di “Pace” fra gli uomini, non solo con l’esempio del suo tenore di vita etico e morale, ma con la condivisione delle sue conoscenze per aiutare ad elevarsi a coloro che non le posseggono, perché uno dei mali profondi di un qualsiasi popolo è nella non conoscenza dei valori espressi da una cultura, che non può ne deve essere solo riservata ad una elite, che ne fa arma di sfruttamento”.

Con grande onore il Rettore Presidente della Accademia Bonifaciana e Presidente dell’UCID (Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti) della Diocesi di Anagni-Alatri, prof. Sante De Angelis, ha ricevuto nei giorni scorsi presso Palazzo Valentini, sede della Prefettura di Roma e della Città Metropolitana di Roma Capitale il prestigioso Premio Accademico “Ambasciatore di Pace” per “aver dimostrato grande senso di umiltà, e disponibilità attiva sul campo e a sostenere vivamente i progetti di cooperazione allo sviluppo e iniziative di pace”.

“Un grazie deferente al Comitato Scientifico che ha inteso darmi questa distinzione non solo onorifica, ma di grande impegno a fare sempre di più e meglio rappresentando per ciò che potrò, tutti i ceti sociali, tutte le razze, le religioni, nazionalità e culture, e continuerò ad impegnarmi con l’Accademia Bonifaciana e non solo, per la divulgazione di una “Cultura della Pace” sulla base comune di principi morali universali, che promuovono la riconciliazione, il superamento delle barriere e la costruzione della pace.

Sono rimasto sorpreso dell’onore che mi è stato fatto con questo inatteso riconoscimento. Ho provato la sensazione di essere stato richiesto di essere particolare, all’interno del sociale, ma ho anche realizzato che dovevo solo continuare ad essere quello di sempre che proprio con il mio modo di vivere la vita, sono stato considerato un esempio etico e quindi, una guida, a quanti mi conoscevano e stimavano già. Sono stato chiamato, per essere esempio di persona di “Pace”, ed è necessario che nel mio intimo io debba contenere la pace nel mio spirito, nel profondo del mio intimo, congiuntamente al senso di servizio per il bene del prossimo. Maggiormente importante è che l’Ambasciatore di Pace, non tenga primieramente in conto il suo”Ego”, ma abbia constante l’attenzione al prossimo, ai suoi bisogni, ed anche operare per alleviarne pene e necessità di vita. Deve coltivare un altruismo attivo, e non sterile a parole, ma confortato da opere e fatti, che è cosa che fa di ogni persona un “Ambasciatore di Pace”. Vivere nella società con la sensibilità che proviene dall’amore che si dona all’altro in forma altruistica in quanto lo considera “Fratello in Dio”.

Dimentica di notare le differenze biologiche dovute all’etnia, ma quindi, e non solo perciò, pronto a supportare i differenti “Bisogni”, le Speranze, il Desiderio di vivere una vita nel rispetto della dignità umana, e fare di queste esigenze il proprio vademecum per cancellare quelle diversità, che il passato storico dell’umanità, ha messo in essere per ragioni di sfruttamento dell’uomo sull’uomo solo per ragioni di “mercato”, quindi del puro ignobile egoismo perverso e cieco alle ragioni che vogliono gli uomini tutti riconoscibili come “eguali con pari dignità, diritti e doveri”.
Ecco che l’Ambasciatore di Pace, diventa il fulcro sul quale, la leva fa perno per un progresso umano fatto di rispetto di tutti per ognuno, e di ognuno nel rispetto di tutti.

Le armi che l’Ambasciatore di Pace deve mettere in campo sono, il rispetto, l’amore, il senso di fratellanza, la disponibilità, il concetto di eguaglianza a prescindere dal colore della pelle, dallo stato economico, dal progresso civile in cui ogni popolo opera, dalla fede religiosa alla quale si rapporta, ma essere membro sollecito nel sentirsi parte di ogni popolo, a prescindere dall’idioma con cui si esprime, dagli usi e costumi dovuti alla patria di appartenenza.

L’Ambasciatore di Pace, può e deve trasmettere il concetto di “Pace” fra gli uomini, non solo con l’esempio del suo tenore di vita etico e morale, ma con la condivisione delle sue conoscenze per aiutare ad elevarsi a coloro che non le posseggono, perché uno dei mali profondi di un qualsiasi popolo è nella non conoscenza dei valori espressi da una cultura, che non può ne deve essere solo riservata ad una elite, che ne fa arma di sfruttamento.

Un Ambasciatore di Pace, non deve fare proselitismo, ma deve accettare che “l’Altro” possa e debba conservare la sua fede diventando “Il Migliore” nell’ambito di quella fede, ma pieno di rispetto e comprensione per ogni credo che possa risultare diverso dal suo.

L’Ambasciatore di Pace, è colui che con il suo esempio lascia che le divisioni storico-politiche, finiscano per non trovare più la ragione d’essere.

L’ambasciatore di Pace, deve avere animo predisposto alla generosità, alla comprensione, ad avere e coltivare un animo di “Charitas”, nell’accezione profonda del suo significato latino di amore fatto di accoglienza con il sorriso, fatto di condivisione per capire, fatto in poche parole d’amore, perché là dove l’amore mancasse , tutto il resto non avrebbe porte aperte per entrare in contatto con il senso profondo dell’animo.

E l’Anima, ha per certo il compito di fornire l’energia spirituale e vitale ad un corpo, ma costituisce la parte migliore della vita di ciascuno, in quanto, è la “Scintilla Divina” con la quale Dio ha voluto distinguere l’Uomo, dal resto delle creature viventi parte della Creazione.

É compito preciso di ogni “Ambasciatore di Pace” fare, della propria anima, il faro del concetto base della realizzazione di una umanità in cui la Pace dovrà costituire l’avvento della ragione principale della Creazione, in quanto Dio, ha si creato l’uomo, ma per farne erede di tutta la sua opera divina, che da Dio la riceve in momentaneo prestito, e, quindi, non potrà possederla, ma ha il dovere primario di migliorarla per passarla, poi, in eredità alle future generazioni.

Il compito dell’Ambasciatore di Pace, se lo si guarda con timore di non esserne all’altezza, sembrerà una missione impossibile, e potrebbe anche esserlo, ma solo se non lo si affronta con la formula semplice che con l’amore che si possiede, lasciamo che ne diventi il maestro, ed allora quali allievi diligenti faremo tutto quanto saremo amorevolmente disposti a dare, senza mai nulla chiedere, e come sempre ci renderemo conto che è l’amore che compie il miracolo e noi gli Ambasciatori di Pace, siamo solo chiamati a darne semplicemente testimonianza educatrice, quale unico insostituibile tramite”.