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tanti anni a disposizione della comunità cristiana locale, sei trascorsi in missione in Etiopia; il vescovo mons. Lorenzo Loppa: “è morto di domenica, giorno di Resurrezione: un esempio luminoso di sacerdote buono e disponibile”

Addio a don Giuseppe Ghirelli, sacerdote stimatissimo e missionario, testimone di Fede ed esempio vivido di devozione cristiana: è venuto a mancare oggi all’ospedale “Agostino Gemelli” di Roma dove si trovava ricoverato da qualche tempo a causa del peggiorarsi della malattia che l’aveva colpito circa un anno fa e contro la quale ha sempre combattuto con serenità e spirito di sacrificio.

“Prete buono e dal cuore grande del clero diocesano – si legge sulla pagina Facebook della Diocesi di Anagni/Alatri – don Giuseppe era stato parroco, tra le varie comunità, a Carpineto, ad Anagni e da ultimo ad Alatri. Era stato anche, spinto dal suo grande impeto missionario, sacerdote fidei donum in Africa”.

Il ricordo del vescovo Mons. Lorenzo Loppa

“Ora, don Giuseppe sta riposando nella Pace del Signore; egli, infatti, è stato esempio vivido di disponibilità, generosità e dedizione – spiega mons. Lorenzo Loppa, vescovo della diocesi di Anagni/Alatri – per sei anni è stato missionario in Etiopia e lì ha dimostrato un immenso spirito di abnegazione. Quando è tornato subito si è detto disponibile ad andare ad Alatri e a prendere le redini dell’ufficio Famiglia. Il primo anno ha lavorato senza problemi, poi – purtroppo – la scorsa estate si è affacciata questa malattia. Per qualche tempo era anche riuscito a metterla in stand-by, poi, però, in queste ultime settimane si è riaffacciata in maniera violenta fino al triste epilogo di oggi. Di lui mi resta il bellissimo ricordo dello scorso 23 luglio quando insieme alla sua famiglia era venuto a trovarci a Folgarida, in Trentino Alto Adige: una bellissima giornata trascorsa insieme, che non dimenticherò mai.

Le parole di Sante De Angelis, presidente dell’Accademia Bonifaciana

Si è spento oggi al Gemelli di Roma don Giuseppe Ghirelli, nato ad Anagni il 23 novembre 1953, originario della parrocchia di San Giovanni, 68 anni, prete buono e dal cuore grande del clero diocesano, fu ordinato da S.E. mons. Umberto Florenzani nel settembre 1978, sotto il luminoso e brevissimo pontificato di Papa Luciani. Era stato parroco, tra le varie comunità, a Carpineto, ad Anagni e da ultimo ad Alatri e per molti anni Vice Rettore del Seminario Minore e Canonico della Cattedrale. Era stato anche, spinto dal suo grande impeto missionario, sacerdote fidei donum in Africa.

Ognuno di noi potrebbe raccontare una o più occasioni in cui ha ricevuto del bene da questo prete o in cui ha visto fare del bene a don Peppe e sarebbero poche testimonianze rispetto a quello che il Signore ha realizzato attraverso il suo operare.

Tutto possiamo riassumere dicendo che don Peppe ha vissuto il suo essere prete come SERVIZIO: a Dio con una fede essenziale, concreta, coerente, affidandosi fino alla fine alla volontà di Dio anche quando questa si presenta in modo complesso e talvolta oscuro; agli altri, dai Vescovi ai sacerdoti (in particolare dei più giovani), dagli uomini importanti ai più semplici, con una particolare attenzione a chi aveva più bisogno.

Ha servito il Signore, la sua diocesi con tutto se stesso, la sua umanità, il suo carattere, le sue competenze, la sua saggezza, il suo amore alla Chiesa e al Papa.

Anche io esprimo commossa gratitudine per aver conosciuto fin da piccolo don Peppe, è stato il sacerdote della mia prima confessione, quindi abbastanza per percepire il bene che mi voleva e abbastanza per volergli bene.

Ma il protagonista di questo momento è il Signore che ce lo ha donato, che ora lo accoglie e che gli permetterò di starci ancora accanto.

La mia vicinanza, anche a nome dell’Accademia Bonifaciana, vada alla diocesi e alla famiglia.

Sante De Angelis 

L’affettuoso ricordo di Anna Barbi, nostra affettuosa lettrice

Si svolgeranno domani martedì 23 agosto i funerali di don Giuseppe Ghirelli, venuto a mancare ieri presso il Policlinico Gemelli nel quale era ricoverato da alcuni giorni. Di seguito un ricordo di chi lo ha conosciuto. 

Don Giuseppe Ghirelli era nato ad Anagni il 23 novembre 1953, nella parrocchia san Giovanni era cresciuto all’interno dell’Azione Cattolica di cui ricordava sempre l’importanza per la sua formazione. Di famiglia umile, si era iscritto alla scuola professionale presso l’Itis Cannizzaro di Colleferro. Appena diplomato era cominciate ad arrivare proposte di lavoro ma lui diceva alla mamma, ho rifiutato e segnalato quel mio amico che ha più bisogno… Non aveva ancora il coraggio di dirlo in famiglia ma sentita che per il futuro era chiamato a qualcosa di diverso. 

Entrato come seminarista al Collegio Leoniano era stato ordinato sacerdote il 16 settembre 1978. Canonico della Cattedrale, vice rettore del seminario minore di Santa Maria, Responsabile della Pastorale Giovanile diocesana e poi dell’Azione Cattolica si era fatto ben volere da tutti.

In ogni parrocchia di sui era stato parroco aveva cercato di valorizzare ciò che c’era, ad esempio a san Giuseppe All’Osteria della Fontana aveva fatto nascere la confraternita di san Giuseppe e aveva il sogno di trasformare la Chiesa (unica dedicata a san Giuseppe in tutta la diocesi) in Santuario giuseppino. A questo scopo aveva realizzato un libretto con storia e preghiere su San Giuseppe.

A San Filippo proprio un libro che aveva fatto consegnare a tutte le famiglie con la storia della Chiesa e del suo territorio, definito “il polmone verde di Anagni”, e l’udienza con il santo padre in occasione del 150° anniversario di fondazione della Parrocchia.

Durante il suo incarico nelle parrocchie a lui affidate aveva chiesto la collaborazione dei seminaristi del Leoniano, tra i quali Michele proveniente dalla Puglia e Roberto entrambi poi ordinati sacerdoti.

Degna di nota era stata la sua collaborazione con i sacerdoti polacchi e bielorussi studenti a Roma che venivano per le confessioni e l’aiuto pastorale e con i seminaristi colombiani dell’istituto Missionario san Giovanni Eudes. I parrocchiani erano da lui spronati all’accoglienza e alla missionarietà. Già da diversi anni responsabile dell’Ufficio Missionario aveva il desiderio di andare in missione ma scherzando diceva “ogni volta che chiedo al vescovo di lasciarmi partire in cambio mi da un’altra parrocchia! Sono arrivato a 4 parrocchie e mi conviene non chiedere più!” 

E’ parroco per diversi anni a Carpineto dove valorizza la fede dei carpinetani per l’Immacolata patrona del paese e il 5 settembre 2010, in occasione del bicentenario della nascita del Papa Leone XIII ha la gioia di accogliere la visita pastorale del Papa Benedetto XVI 

Anche Famiglia Cristiana dedica un articolo all’evento (FC n. 36 del 5-9-2010 pagg. 48-50)

Nel 2014 finalmente il suo sogno si avvera, ha il permesso di partire per l’Etiopia come “fidei donum” e a sessant’anni si trasferisce in Irlanda per diversi mesi a imparare l’inglese. Arrivato finalmente in Etiopia deve necessariamente cercare di imparare la lingua oromo parlata li a Goma. 

Radio Hernica gli aveva dedicato due interviste, una alla vigilia della partenza 

Con il gruppo Facebook Fidei donum Friend si teneva in contatto con la diocesi facendo partecipi gli amici delle sue gioie e di qualche difficoltà:

https://www.facebook.com/groups/541861372576175

Nel 2020 viene richiamato in diocesi e nominato parroco delle parrocchie del centro di Alatri dove fa il suo ingresso domenica 18 ottobre. Qui afferma di voler prima di tutto ascoltare come ha imparato a fare in Africa. La malattia si fa avanti all’improvviso, la chemio funziona al di la delle più rosee aspettative, lui accetta serenamente la sofferenza senza mai lamentarsi. Chi scrive lo ha visto qualche mese fa, che ringraziava Dio perché nonostante tutto stava abbastanza bene, si dedicava all’orticello che coltivava in parrocchia e sognava di poter avere il permesso dai medici di andare al campo con i ragazzi…

In queste ore sui social vengono condivisi molti ricordi e testimonianze di gratitudine. Ci uniamo ad esse ringraziando don Peppe per il suo esempio di “chiesa al servizio” che speriamo di poter fare nostra. 

Chiudiamo con una delle tue frasi che ci incoraggiavano nelle difficoltà “Facciamoci coraggio, sarà un trionfo!”