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Questo Patto di Amicizia consentirà di promuovere, in modo unitario e coordinato, diverse iniziative per aumentare la visibilità e la promozione delle straordinarie ricchezze artistiche e culturali, un patrimonio dell’umanità e del sentimento religioso, che Assisi e Anagni custodiscono da tanti secoli.

La delegazione ufficiale di Anagni, sarà formata dal Sindaco Avv. Daniele Natalia, dal Rettore Presidente dell’Accademia Bonifaciana Comm. Dott. Sante De Angelis e dal Vice Comandante della Polizia Locale Giuseppe Fubelli, oltre naturalmente dalla presenza del Gonfalone della Città.

Questo “Patto di Amicizia” tra Anagni ed Assisi, è stato annunciato, infatti, lo scorso 15 febbraio in occasione della XVIII edizione del Premio Bonifacio VIII, quando l’Accademia Bonifaciana ha insignito la Città di Assisi ed il Sindaco Stefania Proietti del massimo riconoscimento accademico e ha visto, presso la Sala dello Schiaffo del palazzo papale di Anagni, la firma di un Patto “simbolico” di Amicizia tra l’Istituzione anagnina e la città che diede i natali a Francesco e Chiara, sottoscritto dai due sindaci Natalia, Proietti, il presidente del Comitato Scientifico dal Covolo e dal Rettore Presidente De Angelis.

“Sono davvero onorato di poter rappresentare come Sindaco di Anagni, la mia città e siglare il Patto di Amicizia con Assisi, insieme alla collega Stefania Proietti – ha detto l’Avv. Daniele Natalia – che ho avuto il piacere di conoscere ed accogliere lo scorso febbraio ad Anagni in occasione del Premio Bonifacio VIII. Diventa finalmente una realtà questo Patto, auspicato fortemente dall’amico Rettore Presidente della Bonifaciana Sante De Angelis, nel momento in cui nella Sala della Ragione premiavamo la città di Assisi con il Premio Internazionale ed il suo Primo Cittadino, con il Premio Nazionale, allo scopo di stabilire più stretti legami tra le nostre due città in pieno spirito di amicizia e di collaborazione, con l’obiettivo di trasformare in un vero e proprio gemellaggio una collaborazione efficace e solidale tra le due comunità nei vari settori della vita civica, nella certezza che una fattiva e fruttuosa collaborazione costituisca una premessa fondamentale per una migliore e reciproca conoscenza”.

“Ringrazio il Sindaco Natalia, che mi ha voluto nella delegazione ufficiale per la firma del Patto di Amicizia, tra Anagni e Assisi. Un grande onore per me essere presente nella Sala Consiliare di Assisi, nel momento in cui i due Sindaci firmeranno questo impegno ufficiale tra le nostre due realtà – ha dichiarato il Comm. Dott. Sante De Angelis – che mi auguro sia solo l’inizio di una collaborazione leale e fruttuosa tra le parti e soprattutto che nel prossimo futuro, ci siano soprattutto scambi tra le scuole al fine di favorire incontri tra coetanei, scambi tra istituzioni culturali per portare a conoscenza delle proprie comunità la storia e la cultura dei nostri territori, scambi tra associazioni culturali che operino nel campo dell’arte e dello spettacolo per favorire il processo di conoscenza dei rispettivi contesti culturali, confronti tra espressioni dell’economia miranti in particolare alla conoscenza dei prodotti locali e delle loro specifiche caratteristiche e specialmente incentivare gli incontri tra le delegazioni dei due comuni per mettere a confronto problemi e soluzioni dell’organizzazione della vita sociale delle rispettive comunità”.

“La storia delle nostre città – ha scritto Enrica Bruni, anagnina doc, trapiantata da anni in Assisi, anche lei presente lo scorso febbraio ad Anagni, in quanto accompagnatrice del Sindaco Stefania Proietti e della Presidente del Consiglio Comunale di Assisi Donatella Casciarri – interpretata dai massimi interpreti dell’epoca, appare senza dubbio intrecciata alle personali vicissitudini di San Francesco e Santa Chiara, alla loro santità, che si rivelava già in vita al popolo attraverso ogni loro gesto e azione.

Quasi come due rotaie dello stesso binario, le loro esistenze correvano parallele, collegate e sorrette dalla stessa vivida fede e dal desiderio di testimoniare in casta umiltà il Vangelo in ogni loro opera e iniziativa, sempre a favore dei sofferenti e dei poveri.

Tre Papi anagnini si sono confrontati con la santità di Chiara e Francesco. Gregorio IX aiutò Francesco a redigere la sua regola. Alessandro IV, nell’ anno 1255, iscrisse Santa Chiara nel libro dei Santi, a soli due anni dalla morte, nella maestosa Cattedrale di Santa Maria Annunziata di Anagni. Il pontefice Innocenzo III ne approvò la regola non bollata, di cui il prossimo anno ricorre l’ottavo centenario.       

L’esistenza terrena di Santa Chiara, le circostanze personali, le sue opere di preghiera e di carità, si svolsero quasi in simbiosi spirituale con quelle di San Francesco, che conobbe sin da bambina e che le ispirò l’ideale di vita a cui rimase fedele fino alla morte avvenuta l’11 agosto 1253 ad Assisi, dove le sue spoglie riposano nella stupenda Basilica a lei dedicata.

Così oggi, questo impegnativo incontro tra le due città che segnarono da una parte la vita terrena e dall’altra l’ascesa agli altari di Santa Chiara, trova la sua valida ragion d’essere e il suo fondamento in queste radici antiche. In questo filo invisibile dello spirito – scrive ancora la Bruni, da sempre sostenitrice accanita di questo “Patto” tra le due “sue” città – teso tra Assisi e Anagni fin da quel lontano e lieto evento di canonizzazione.  

In questi tempi di spinta globalizzazione, dell’apparire mediatico, degli schermi sempre accesi e accessibili delle telecomunicazioni, di cui Santa Chiara fu dichiarata patrona da Papa Pio XII nel 1958, si celebra questo patto di amicizia fra le due comunità, riprendendo idealmente e portando ancora avanti quel binario su cui tutti possono salire, indicato da Chiara e Francesco quale unico percorso di salvezza possibile per tutta l’umanità.

Questo vincolo amicale tra i luoghi legati alla Santa, proprio nel giorno della sua ricorrenza, si concretizza in un’annata difficile per tutto il mondo, in un tempo che, a causa della pandemia, non concede spazio a particolari sfarzi o festeggiamenti in grande stile, imponendo sobrietà in tutte le cerimonie pubbliche”.

articolo a cura di Sante De Angelis