- Ufficio Comunicazioni Sociali Accademia Bonifaciana
- 7 Luglio 2025
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L’evento promosso dalla Confederazione Osteopati Italiani, ha visto tra i relatori, il prof. Sante De Angelis e il prof. Francesco Manti, che dal 2017 sono gemellati con le loro rispettive accademie, la Bonifaciana e la Alessandro IV. Tra i saluti istituzionali quelli del Sen. Maurizio Gasparri e degli Onorevoli Anna Rita Patriarca e Paolo Barelli.
Presso l’Aula dei Gruppi parlamentari si è svolto recentemente il convegno “La salute passa anche attraverso l’osteopatia – Criticità e Soluzioni sull’attività professionale degli osteopati nella nuova compagine sanitaria”. Tra gli interventi quelli della Segretaria di Presidenza, On. Annarita Patriarca, del Capogruppo di Forza Italia al Senato Sen. Maurizio Gasparri, del Capogruppo alla Camera di Forza Italia On. Paolo Barelli.
Presente all’importante evento, che ha visto il pienone, anche una delegazione dell’Accademia Bonifaciana di Anagni, capeggiata dal Rettore Presidente prof. Sante De Angelis, che è stato invitato anche in qualità di relatore e come docente di materie giuridiche-economiche a trattare il tema: “La medicina osteopatica, dopo il riconoscimento ufficiale necessità di un inquadramento completo, giuridico e professionale”.
“Essendo la Bonifaciana, gemellata con l’Accademia di Medicina Osteopatica Alessandro IV di Castel Madama (Roma) dal 19 ottobre 2017, volentieri ho accettato l’invito del Presidente della stessa istituzione prof. Francesco Manti, che nella circostanza era anche il moderatore del Convegno e del prof. Don Gaetano Maria Saccà. Abbiamo partecipato, insieme ad altre realtà associative e formative, ad un importante incontro istituzionale presso la Camera dei Deputati. L’ obiettivo – ha dichiarato il prof. Sante De Angelis – era sostenere con determinazione l’identificazione definitiva della figura dell’osteopata all’interno del panorama sanitario nazionale, secondo una logica informativa e tecnico-scientifica. In tale occasione è stata presentata una relazione tecnica dettagliata, finalizzata a rispondere in modo chiaro ed efficace alle criticità giuridiche, organizzative e informative che da troppo tempo ostacolano il percorso legislativo verso l’istituzione dell’albo professionale e l’attivazione dei corsi universitari su scala nazionale”.
Un evento partecipato e ricco di contenuti, promosso dalla Confederazione Osteopati Italiani
Oltre alla Bonifaciana, erano quindi presenti all’iniziativa anche una folta delegazione dell’Alessandrina, che ha visto una nutrita partecipazione e un confronto di alto livello tra parlamentari, accademici e professionisti del settore.
A moderare l’incontro è stato il Presidente, il Prof. Francesco Manti, che ha guidato gli interventi mettendo in luce dati, esperienze e prospettive concrete sul tema dell’integrazione dell’osteopatia nel Sistema Sanitario Nazionale.
Tra i presenti, è stato accolto con un sentito applauso anche il fondatore e direttore didattico-scientifico, il Prof. Dott. Don Gaetano Maria Saccà, riconosciuto per essere stato il primo direttore di una Scuola di Osteopatia a introdurre nel programma formativo gli studi comportamentali – psicologia generale, sociale e clinica – come parte integrante della preparazione osteopatica.
Un contributo tecnico di rilievo è stato inoltre offerto dalle Docenti, le Prof.sse Anna Colaianni e Rossana Checchi, che hanno portato la loro esperienza e competenza a sostegno del dibattito.
La Relazione di Sante De Angelis alla Camera dei Deputati:
La medicina osteopatica, dopo il riconoscimento ufficiale necessità di un inquadramento completo, giuridico e professionale
La Medicina Osteopatica è una disciplina terapeutica che, pur avendo radici antiche, ha visto negli ultimi anni una crescente attenzione da parte del pubblico e delle istituzioni. Finalmente, dopo un lungo percorso di lotta e attesa, la Medicina Osteopatica ha ricevuto un riconoscimento ufficiale da parte dello Stato Italiano, una conquista che segna un passo fondamentale per il suo sviluppo e per il miglioramento del benessere dei pazienti.
L’Osteopatia, fondata dal medico americano Andrew Taylor Still alla fine del XIX secolo, si distingue per un approccio olistico alla salute, mirato a trattare l’individuo nella sua totalità. L’osteopata non si concentra solo sul sintomo, ma cerca di comprendere l’intero equilibrio del corpo, intervenendo su muscoli, ossa, nervi e sistemi interni per favorire l’autoguarigione naturale.
Nonostante la sua diffusione globale e i numerosi successi clinici, l’Osteopatia in Italia è stata per anni una pratica non ben definita nel contesto medico-legale, lasciando gli osteopati in una situazione di incertezza giuridica. Molti professionisti del settore hanno dovuto lottare per far riconoscere la validità scientifica e terapeutica della loro disciplina, senza riuscire sempre a ottenere il giusto supporto da parte delle istituzioni.
Fortunatamente, nel corso degli ultimi anni, la situazione è cambiata. Nel 2024, la Medicina Osteopatica ha ricevuto finalmente un riconoscimento ufficiale, un passo che rappresenta un’importante vittoria per gli osteopati e per coloro che credono nelle potenzialità terapeutiche di questa disciplina. Tuttavia, sebbene sia stato fatto un grande passo, c’è ancora molto lavoro da fare.
L’inquadramento giuridico e professionale dell’Osteopatia in Italia è un processo che non è ancora completamente definito. Mentre i medici osteopati sono ora riconosciuti come professionisti sanitari, è necessaria una maggiore sistematizzazione dei percorsi formativi, delle modalità di certificazione e della regolamentazione delle pratiche osteopatiche. Non basta un semplice riconoscimento: occorre un ordine professionale che regoli la disciplina, definendo chiaramente le competenze degli osteopati, i criteri di formazione e le modalità di esercizio della professione. Questo aiuterà a tutelare sia i pazienti che i professionisti stessi, riducendo rischi di incomprensioni e migliorando la qualità delle prestazioni.
Siamo quindi davanti ad un bivio: la Medicina Osteopatica in Italia è pronta a essere completamente riconosciuta come disciplina a sé stante, ma per farlo è necessario che le istituzioni e gli organismi competenti accelerino il processo. I cambiamenti normativi, purtroppo, non sempre procedono con la velocità necessaria, ma ciò non deve far perdere la speranza. L’importanza di un riordino è urgente, non solo per il bene degli osteopati, ma soprattutto per la dignità dell’individuo, che finalmente potrebbe accedere a un servizio sanitario completo e ben regolamentato.
Un pieno riconoscimento ufficiale della Medicina Osteopatica porterebbe a numerosi benefici, non solo per gli osteopati, ma anche per i pazienti. La qualità dell’assistenza sanitaria migliorerebbe, con un’offerta di cure più mirate, sicure e integrate. L’osteopatia, infatti, è un complemento prezioso alla medicina tradizionale, utile per trattare una vasta gamma di disturbi, da quelli muscolo-scheletrici a quelli legati allo stress, alla postura e alla funzionalità organica.
L’inquadramento ufficiale darebbe anche maggiore sicurezza ai pazienti, che potrebbero avvalersi di professionisti qualificati e tutelati da una legislazione chiara e precisa. Inoltre, l’inclusione dell’osteopatia nel sistema sanitario italiano, come avviene in molti altri paesi europei e negli Stati Uniti, rappresenterebbe un esempio di integrazione delle diverse modalità terapeutiche, al fine di rispondere in modo più completo e personalizzato alle esigenze di salute della popolazione.
Un Appello alla Politica e alle Istituzioni
Tra l’altro, come osteopata “honoris causa” e cultore della materia, mi faccio portavoce di un appello: è giunto il momento di completare il percorso iniziato con il riconoscimento ufficiale della Medicina Osteopatica, dando alla disciplina il giusto inquadramento professionale. La nostra è una professione che ha tanto da offrire alla salute pubblica, e oggi, più che mai, è il momento di fare in modo che essa possa operare con piena dignità e serenità.
La Costituzione Italiana, nel suo articolo 1, recita: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”. Questo principio non si applica solo alle professioni più tradizionali, ma deve riguardare anche le professioni emergenti e quelle che, come l’Osteopatia, sono state spesso marginalizzate nonostante la loro utilità. Il riconoscimento della Medicina Osteopatica non è solo una questione di interesse per i professionisti del settore, ma rappresenta una garanzia per il cittadino che, finalmente, potrà accedere a cure di alta qualità in un contesto di sicurezza e trasparenza.
Gli altri Stati europei e le principali potenze mondiali hanno già riconosciuto l’importanza dell’Osteopatia, includendola nei loro sistemi sanitari. L’Italia non può rimanere indietro. Per il bene della salute pubblica e per la dignità degli osteopati, è necessario un impegno concreto per completare il riordino della Medicina Osteopatica, affinché essa possa svolgere il suo ruolo in modo pieno, tutelato e riconosciuto.
In conclusione, la Medicina Osteopatica sta finalmente ricevendo il riconoscimento che merita, ma è essenziale continuare a lavorare per un suo definitivo e completo inquadramento. L’Osteopatia non è solo una professione, ma una risorsa per la salute e il benessere di tutti. Siamo qui oggi, con un impegno forte e convinto, affinché la nostra voce venga ascoltata, affinché la politica e le istituzioni agiscano prontamente, affinché venga data una struttura solida e definitiva a questa disciplina tanto antica quanto nuova.
Solo così potremo garantire che l’Osteopatia continui a crescere, a prosperare e, soprattutto, a fare il bene di chi si affida alle sue mani.