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L’evento, promosso dall’Istituto Internazionale di Diritto Nobiliare Storia ed Araldica, si è svolto nella sala splendida del Carroccio, con il patrocinio dell’Accademia Bonifaciana. 
Il Rettore Presidente Sante De Angelis: “Esplorare l’araldica significa addentrarsi in un mondo dove la storia incontra l’arte, e dove ogni dettaglio racconta una storia unica e personale”.

L’Accademia Bonifaciana rappresentata dal Rettore Presidente Gr. Uff. Prof. Sante De Angelis ha patrocinato, con l’Annuario della Nobiltà Italiana, Andi e Pisa University Press, il XIII Convegno Nazionale di studi di Diritto Nobiliare: “Identità Nobiliare e Strutture Gentilizie tra potere temporale e governo della Chiesa” promosso dall’Istituto Internazionale di Diritto Nobiliare Storia ed Araldica nella sala splendida del Carroccio del Palazzo Senatorio in Campidoglio. 

A portare i saluti istituzionali della Camera dei Deputati è stato l’On. Federico Mollicone Presidente della Commissione Cultura, mentre per il Senato della Repubblica il Sen. Manfredi Potenti. Tra i saluti apprezzati quelli del padre spirituale don Luigi Francesco Casolini di Sersale anche in rappresentanza della Confraternita regolata dal Diritto Canonico dei “Cavalieri di San Silvestro” che presiede in Tivoli.

Direttamente dal Principato di Monaco la Contessa Valérie von Bredow pronipote del Gran Cancelliere tedesco Principe Otto von Bismarck anche in rappresentanze di “Amitié Sans Frontieres Internazionale” che presiede, mentre tra gli ospiti in sala il Dott. Andrea De Pasquale Direttore Generale Educazione Ricerca e Istituti Culturali del Ministero della Cultura. 

Le dotte relazioni sono state moderate dall’ Avv. Antonella Sotira Frangipane Presidente IusArteLibri. A presiedere l’Avv. Prof. Fausto Giumetti che ha assunto la presidenza del compianto maestro Antonio Palma più volte ricordato. L’On. Cosimo Maria Ferri  ha tracciato un profilo inedito, quello Nobiliare come forma di governo cittadino per volere del Granducato di Toscana, della sua città Pontremoli nota a tutti noi per il premio Bancarella, oggi a ricoprire il ruolo di primo cittadino è  il fratello Iacopo. “Le imprese araldiche di Casa Savoia” sono state relazionate dal Nob. Prof. Andrea Borella direttore ed editore dell’Annuario della Nobiltà Italiana.

“Dopo il 476. Il Senato e l’elezione del Papa” a cura,  invece, dell’ Avv. Prof. Raffaello Cecchetti di Brugnolo dell’Università di Pisa, mentre “La famiglia Frangipane” è stata illustrata da Demetrio Baffa Trasci Amalfitani di Crucoli  storico e scrittore.

Molto ben dettagliata la relazione“Titoli Nobiliari e Costituzione Repubblicana” tenuta dal costituzionalista Avv. Prof. Giovanni D’Alessandro.

La presentazione degli atti del precedente convegno: “Dinastie a Confronto un dialogo storico giuridico” è stata affidata, infine, alla Prof.ssa Giovanna Marotta direttore scientifico della Pisa University Press. 

L’omaggio musicale al violino è stato eseguito dal M° Nicola Narduzzi dell’Accademia Ergo Cantemus Coro ed Orchestre Città di Tivoli. L’appuntamento culturale si è concluso con un emozionante monologo sulla Nobiltà a cura dell’attore ed imprenditore Gianclaudio Caretta. 

La Rai è stata rappresentata dalla sempre splendida, elegante, simpatica e coinvolgente Alessandra Canale che con l’organizzatore, il nostro Accademico Onorario e insignito del Premio Nazionale Bonifacio VIII, Marchese Prof. Emilio della Fontanazza, ha accolto gli illustri ospiti rappresentanti delle grandi famiglie italiane come il Principe Guglielmo Giovanelli Marconi, intervenuto anche per celebrare il 150esimo anniversario della nascita del nonno Premio Nobel Senatore del Regno Marchese Guglielmo Marconi.

Tra gli altri illustri ospiti intervenuti si sono riconosciuti il Principe Stefano Pignatelli di Cerchiara, la Principessa Irma Capece Minutolo, il Duca Luigi Catemario Tittoni di Quadri, il Marchese Giovanni Nicastro Guidiccioni con la consorte, Giulia Borghese, il Prof. Filippo Sallusto, la Nobil Donna Paola Pagani Planca Incoronati, Maria Murmura, il Barone Patrizio Imperato di Montecorvino, il N.H. Francesco Malara Magliocchi, Vincenzo Bramante, Edoardo Scarpini, il M° Massimo Bomba, il Prof. Lorenzo Franchini Ordinario di Istituzioni di Diritto Romano  all’Università Europea di Roma, don Jacques Sanogo e tanti altri … 

“Un grazie al Presidente il Conte Prof. Emilio Petrini Mansi Marchese della Fontanazza – ha detto il Rettore Presidente Sante De Angelis, durante il suo saluto – per averci voluto coinvolgere  come ogni anno, nel patrocinare come Accademia Bonifaciana, questa iniziativa lodevole e soprattutto per il suo grande impegno nel divulgare il Diritto Nobiliare e l’Araldica, così come lo studio delle fonti del diritto al titolo nobiliare ed in particolare dei provvedimenti normativi emanati nelle diverse epoche e nei diversi Stati in materia di titoli, qualifiche, trattamenti ed attributi nobiliari.

Il parterre di questa sera, di notevole spessore istituzionale, accademico, culturale e sociale, nonché questa location prestigiosa, ossia il Campidoglio, sede di Roma Capitale, dimostrano la serietà del Convegno, voluto dall’Istituto Internazionale di Diritto Nobiliare Storia ed Araldica, giunto alla XIII edizione.

Grazie al Presidente Emilio che era il Direttore del Corso, anch’io diversi anni fa ho voluto conseguire presso la Pontificia Università Regina Apostolorum di Roma il Diploma di Specializzazione in Diritto Nobiliare, Araldica e Cerimoniale…  

Mi ha da sempre affascinato, in modo particolare, l’araldica questa pratica antica e affascinante che si occupa dello studio e del design degli stemmi, che originariamente, era utilizzata per distinguere i combattenti in battaglia, ma col tempo, è diventata simbolo di identità, onore e eredità familiare. Al di là di essere un mero ornamento, uno stemma araldico racchiude in sé storie di avventure, valori trasmessi di generazione in generazione, e simbologia profondamente radicata nella cultura di una comunità o famiglia. 

Il cuore dell’araldica – ha esordito ancora il Rettore Presidente – si trova nel suo linguaggio unico fatto di colori, forme e simboli, ognuno con il proprio significato specifico e storico. Esplorare l’araldica significa addentrarsi in un mondo dove la storia incontra l’arte, e dove ogni dettaglio racconta una storia unica e personale. I simboli familiari, intessuti nei tessuti della tradizione araldica, rappresentano ben più che semplici distintivi. Sono custodi di storie, a volte epiche, altre intime, che riflettono l’identità e i valori di chi li porta. Ogni simbolo, dal leone per la forza al giglio per la purezza, trasmette una narrazione unica e ricca di significato. Questi emblemi sono stati adottati da famiglie nobili, corporazioni militari e religiose, dai dignitari della Chiesa, dello Stato Pontificio e da intere comunità come espressione di orgoglio e appartenenza. Attraverso la loro analisi, possiamo scoprire le radici di antiche rivalità o alleanze e ottenere intuizioni preziose sulla storia locale e i cambiamenti sociali nel corso dei secoli. I simboli familiari nell’araldica sono veri e propri ponti tra passato e presente, che permettono di esplorare la profondità della nostra eredità culturale. Sebbene si possa pensare all’araldica come a una pratica relegata al passato, la sua rilevanza nel mondo moderno rimane sorprendentemente forte. Gli stemmi araldici oggi possono essere visti come simboli di coesione per famiglie, organizzazioni e persino imprese, rappresentando un ponte tra storia, valori e identità contemporanea. Inoltre, con l’avvento di nuove tecnologie digitali, l’accesso alle informazioni araldiche è diventato più ampio, permettendo a un pubblico più vasto di esplorare e persino di creare simboli personalizzati che riflettano il proprio patrimonio e aspirazioni.

L’araldica continua a essere – ha concluso il Prof. De Angelis – una fonte di ispirazione per il design, l’arte e la cultura, dimostrando che, anche nell’epoca digitale, vecchi simboli possono trovare nuovo significato e risonanza. Grazie, perché con questi Convegni, possiamo periodicamente aggiornarci in queste affascinanti discipline”.

A cura dell’Ufficio Comunicazioni Sociali dell’Accademia Bonifaciana

Servizio fotografico di Mario Giannini