- Ufficio Comunicazioni Sociali Accademia Bonifaciana
- 13 Settembre 2025
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Il Pontefice ha ricevuto in udienza i circa 130 partecipanti al seminario su “Creato, natura, ambiente per un mondo di pace”, organizzato dalla Pontificia Accademia di Teologia. Dal Papa l’esortazione a proseguire il cammino di pensiero tracciato da sant’Agostino, San Tommaso e il beato Rosmini e coltivare una “teologia incarnata”, vicina a “dolori e gioie” dell’uomo.
Vi invito a coltivare una teologia fondata sull’incontro personale e trasformante con Cristo e tesa a incarnarsi nelle concrete vicende dell’umanità odierna
È una “teologia sapienziale”, capace di dare risposte sapienti anche alle sfide digitali, quella che Papa Leone XIV ha chiesto di coltivare ai circa 130 partecipanti al Seminario internazionale, promosso dalla Pontificia Accademia di Teologia presieduta dal Vescovo Mons. Antonio Staglianò, dal titolo “Creato, natura, ambiente per un mondo di pace”, ricevuti questa mattina, 13 settembre, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico vaticano. Tra i presenti anche il nostro Rettore Presidente Prof. Sante De Angelis, Interlocutore Referente della medesima istituzione pontificia.
Una riflessione oltre ogni barriera
Nel suo discorso, il Pontefice ha dapprima brevemente riassunto le finalità del simposio, svoltosi giovedì 11 e venerdì 12 nella Casina Pio IV, nei Giardini Vaticani, e concentratosi su temi cari “anche ai suoi predecessori, San Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco”, quali “sostenibilità ambientale” e “custodia del creato”. Ha poi sottolineato come lo “sforzo per migliorare le condizioni ambientali e sociali del nostro mondo” richieda “l’impegno di tutti”. Un’esigenza che, secondo il Papa, il seminario ha tenuto in considerazione, proponendo un corretto approccio “interculturale e interreligioso”, “un atteggiamento di solidarietà e collaborazione che superi barriere e limiti regionali, nazionali, culturali e anche religiosi”. Impostazione che, ha proseguito Leone XIV, “è di auspicio per ulteriori e sempre più intensi scambi, per iniziative incisive e feconde”.
Teologia “in uscita”
Alla teologia, che è “una dimensione costitutiva dell’azione missionaria ed evangelizzatrice della Chiesa”, il Papa assegna il compito di portare avanti questa riflessione. Proprio perché “rivolta ad ogni uomo in ogni tempo”, la teologia necessaria per assolvere questa missione deve essere, con un’espressione coniata da Papa Francesco, “in uscita”, ossia capace di unire il “rigore scientifico alla passione per la storia; una teologia incarnata, intrisa dei dolori, delle gioie, delle attese e delle speranze dell’umanità”.
I modelli Agostino, Tommaso e Rosmini
Papa Leone ha indicato i modelli storici per una “teologia sapienziale” in grado di sintetizzare “questi diversi aspetti”: i “grandi Padri e Maestri dell’Antichità”, che “seppero coniugare fede e ragione, riflessione, preghiera e prassi”. Fra tutti, Sant’Agostino, “esempio sempre attuale”, ha spiegato il Pontefice, che coltivò una teologia intesa non come “ricerca astratta”, ma come “frutto dell’esperienza di Dio e della relazione vitale con lui”. Il vescovo di Ippona, specialmente con le sue Confessioni, ha proposto proprio una “riflessione teologica incarnata e capace di rispondere alle esigenze spirituali, dottrinali, pastorali e sociali del suo tempo”. San Tommaso ha poi sistematizzato il percorso “esistenziale e affettivo” agostiniano “con gli strumenti della ragione aristotelica”, intendendo la teologia come “sapida scientia”, ossia come “sapienza”. Elaborazione intellettuale completata successivamente dal beato Antonio Rosmini, che, ha indicato Leone XIV, “considerava la teologia una espressione sublime di carità intellettuale”.
Teologia e intelligenza artificiale
Il Papa ha poi indicato le “sfide digitali” come la prossima frontiera di applicazione del lavoro teologico.
Testimonianza significativa del sapere della fede a servizio dell’uomo, in tutte le sue dimensioni – personali, sociali e politiche – è la Dottrina sociale della Chiesa, chiamata oggi a dare risposte sapienti anche alle sfide digitali
In questa ricerca di risposte, la teologia è “direttamente interpellata”, “perché non basta un approccio esclusivamente etico al complesso mondo dell’intelligenza artificiale”. La disciplina “sapienziale” ha il compito di fornire una “visione antropologia che fondi l’agire etico”, serve, ha argomentato il Papa, “ritornare alla domanda di sempre: chi è l’uomo, qual è la sua dignità infinita, irriducibile ad ogni androide digitale?”.
Dialogo con tutte le discipline
Al termine del suo discorso, Leone XIV ha incoraggiato i teologi a dialogare “oltre che con la filosofia, anche con la fisica, la biologia, le scienze economiche, quelle giuridiche, la letteratura, la musica, per portare il lievito buono del Vangelo nelle differenti culture” e a “sviluppare e incarnare questa teologia sapienziale, al servizio della Chiesa e del mondo”.
