- Sante De Angelis
- 18 Settembre 2023
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L’Antologia letteraria (la terza), a cura di Sante De Angelis e Cesare Marinacci, è interamente dedicata ad interventi riservati al “sommo poeta”, di autori di altissimo livello che lo “analizzano” in diverse sfaccettature, per ricordarne i 700 anni dalla morte.
È uscito in questi giorni per conto de LBE, il corposo volume “Il Dantesco 2021-2022”, che è il tredicesimo della Collana Poiesis, curato da Sante De Angelis e Cesare Marinacci e conta ben 508 pagine.
“Il Dantesco – ci dice il Rettore Presidente e Direttore Editoriale Sante De Angelis – è frutto del nostro ‘anno letterario’, è un altro prezioso fregio va a incastonarsi in quel baluardo di cultura che mira a essere l’Accademia Bonifaciana. Anagni terra di meraviglie artistiche, culturali e naturali, fin dalle sue antichissime origini ha dato natali e ospitalità ad Artisti, Musicisti, Poeti e Pontefici; anche l’altissimo Dante Alighieri, secondo la tradizione, vi soggiornò per incontrarsi con Papa Bonifacio VIII alla vigilia del grande esilio, nel corso del primo Anno Giubilare del 1300.
Non poteva che essere, quindi, dedicato al Sommo Poeta – che ha immortalato Anagni e il suo Papa nel XX canto del Purgatorio della Divina Commedia – l’evento letterario indetto dall’Accademia Bonifaciana attraverso la propria Casa Editrice LBE e l’intero anno accademico col quale principalmente vogliamo ricordare il 700° della morte del “sommo” poeta.
Ed ecco – continua – la terza Antologia, «speciale» che contiene l’opera di tutte le personalità che in questo periodo ci hanno accompagnato durante l’anno dantesco, con la loro presenza, la loro testimonianza e vicinanza, soprattutto con i loro approfondimenti e le loro riflessioni. Un ricercato florilegio in cui si consegue densità e chiarezza laddove ancora una volta l’erudizione non è fine a se stessa ma diviene vera sapienza quando davvero indica anche la propria testimonianza di vita e di pensiero, quando lo studium diviene consapevolezza da donare al prossimo. In Dante vi è il pensiero dell’uomo, il suo è il nostro cammino, la sua arte è la nostra affermazione di intelletto e coscienza, di quel pensiero universale, di quella unità del sapere che non distingua tra arti e scienze, ma le indaghi in simbiosi con l’esistenza umana”.
Aggiunge il professor Cesare Marinacci, direttore Artistico della Bonifaciana: “Appare in questo volume non una esclusiva raccolta di scritti, ma di sentimenti e di esperienze, in tal guisa un omaggio non genericamente all’autore letterario ma al suo metodo, al suo retaggio, alla sua filosofia gnoseologica. Dante non è infatti ‘solo’ il compendio di tutto il sapere del suo tempo, è anche una figura precorritrice e ad un momento persino metatemporale, tanta è non solo la sua influenza, ma la sua vicinanza a quelle che sono le riflessioni, pur nel differente idioma, comuni ad ogni tempo e di cui egli fornisce un archetipo interpretativo sempre sorprendente, nuovo ed attuale. In Dante vi è il pensiero dell’uomo, il suo è il nostro cammino, la sua arte è la nostra affermazione di intelletto e coscienza, di quel pensiero universale, di quella unità del sapere che non distingua tra arti e scienze ma le indaghi in simbiosi con l’esistenza umana, un pensiero oggi obliato ma verso cui nuovamente aspirare con l’aiuto di un siffatto esempio ineffabile. Per questo leggendo queste pagine leggeremo, sì, di Dante ma anche di noi stessi”.
Il 2021 è stato l’anno della Dantemania. Per celebrare i 700 anni dalla morte del Sommo Poeta tutti si sono mobilitati, così siamo stati letteralmente alluvionati dagli eventi e dalle chiacchiere dantesche. Centinaia sono state le iniziative, che hanno sfidato anche il Covid.
Si è visto e sentito di tutto. Dai convegni ai quiz danteschi, dalle mostre alle letture pubbliche del poema sacro (in tantissime città e anche nei paesi), dai programmi televisivi ai libri. Tutte le arti si sono cimentate con Dante, dal teatro alla danza, dalla pittura alla scultura, dal cinema alla musica, dalla miniatura al fumetto.
La rete poi è stata invasa, specialmente con il Dantedì e la campagna social “In Viaggio con Dante”. Infine un fiume di pagine di giornale dedicate all’Alighieri. Nel sito del Ministero dei Beni culturali sono elencati gli eventi e le celebrazioni più importanti. Una miriade. Alcune iniziative sono state pregevoli, altre meno, di altre ancora potevamo fare a meno. Ma certamente è stato importante che l’Italia ritrovasse – anche nel sentimento popolare – il suo grande poeta, padre della nostra lingua e vertice assoluto della letteratura mondiale. Non si ricorda nulla di paragonabile, anche perché internet, radio, televisioni e giornali hanno enormemente amplificato l’anniversario.
“Anche noi dell’Accademia Bonifaciana – continua De Angelis – non abbiamo dimenticato il Sommo Poeta, tant’è che in quest’anno sette centenario, abbiamo dedicato una pubblicazione del prof. Giovanni dal Covolo: “Voi m’insegnavate come l’uom s’etterna” e la presente antologia letteraria “Il Dantesco”, interamente dedicata ad interventi a Lui riservati, di autori di altissimo livello (nostri accademici o esterni, che ci sono stati segnalati) che lo “analizzano” in diverse sfaccettature. Tutte le lezioni, sono state introdotte dalla lettera apostolica “Candor Lucis Aeternae” del Santo Padre Francesco”. Questi i temi trattati, con i rispettivi autori: “Veggio in Alagna… siamo di fronte a versi in cui traspare tutta la fede cristiana di Dante” di Inos Biffi; “La minuta che vale un tesoro” di Federico Canaccini; “La presenza della Vergine Maria nella ‘Divina Commedia’ di Dante Alighieri” di Stefano Maria Cecchin; “Dante, armonia fra teologia e mistica:il poema dantesco è in grado di rendere migliore chi lo gusta e lo medita: «pulisce l’anima»” di Franco Croci; “Dante, Celestino, Bonifacio: l’indulgenza del Giubileo è ancora di moda?” di Enrico dal Covolo; “Federico II nella percezione dantesca” di Pietro Dalena; “Relazioni tra Bonifacio VIII, Firenze e Dante” di Sante De Angelis; “Il viaggio musicale di Dante nell’oltretomba” di Amedeo Fera; “Politica e storia nel canto XX del Purgatorio” di Marco Grimaldi; “L’ars venandi nella letteratura italiana del tempo di Dante” di Marco Iuffrida; “Dante e l’eterno romanzo della commedia” di Salvatore La Moglie; “Agiografia e autoagiografia nel Paradiso”, “Dante poeta dell’esilio”e “La danza e il canto dell’«umile salmista»: David nella Commedia di Dante” di Giuseppe Ledda; “L’ineffabile armonia” di Cesare Marinacci; “Dante e i gesuiti” di Giandomenico Mucci; “Scientia Amoris: la teologia poetica di Dante” e “L’altra Teologia di Dante Alighieri” di Massimo Naro; “Dante esegeta dei salmi” di Gianfranco Ravasi; “Verso la fine della pena come retribuzione? In occasione dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri” di Giovanni Salvi; “Dante pellegrino dell’Assoluto” di José Saraiva Martins; “Il sogno del Sommo Poeta, era quello di vedere un’Europa unita” di David Sassoli; “Dante nelle arti figurative” di Sergio Maurizio Soldini; “Perché leggere Dante oggi?” di Maria Soresina; “L’evangelio oltre le “ciance”: il Dante di papa Francesco” di Antonio Spadaro; “Dante green: la comedìa e l’uomo deferente al cospetto del creato” di Barbara Turriziani.
“Così Dante – concludono De Angelis e Marinacci – è passato dall’inferno della dimenticanza e del rifiuto (perché la scuola sessantottina lo aveva ormai archiviato come un vecchio reazionario), al paradiso della celebrazione nazionale e della passione popolare. Senza risparmiarsi il purgatorio kitsch di tante rievocazioni e di tante chiacchiere da salotto. Eppure – incredibilmente – l’unico luogo a non essere stato lambito da questo diluvio dantesco è quello che più (e prima di tutti) avrebbe dovuto “riabilitare” la Divina Commedia e il suo autore: la scuola. Certo, anche in diversi istituti italiani è stato fatto qualcosa per le celebrazioni dantesche, ma non risulta che siano cambiate le indicazioni ministeriali sull’insegnamento della Divina Commedia alle superiori. Si è ripetuto in tutta Italia, per tutto l’anno, che il poema sacro sta a fondamento della nostra letteratura, della nostra lingua e della nostra identità nazionale (ed è il più grande capolavoro della letteratura universale), ma nel nostro sistema scolastico quel capolavoro resta ai margini, ridotto a qualche canto che galleggia, fra le varie materie, come un incomprensibile rudere di un’antica cattedrale che non è mai stata vista e conosciuta nella sua bellezza. Le celebrazioni dantesche di quest’anno hanno messo a fuoco molti dettagli secondari. Ma assai poco questo che è il cuore del poema. Perché «Dante può aiutarci ad avanzare», come dice Papa Francesco nella sua Candor Lucis Aeternae. «Cosa può comunicare a noi, nel nostro tempo?». Il «profeta di speranza e testimone del desiderio umano di felicità» – «in questo particolare momento storico, segnato da molte ombre, da situazioni che degradano l’umanità, da una mancanza di fiducia e di prospettive per il futuro» – «può ancora donarci parole ed esempi che danno slancio al nostro cammino».
Questa la convinzione con la quale, nel giorno dell’Annunciazione a Maria 2021, il Santo Padre ha fatto uscire la Lettera apostolica Candor Lucis Aeternae, Splendore della luce eterna, una lettera lunga nove paragrafi per onorare la memoria del Sommo Poeta nel settimo centenario della morte e che integralmente riportiamo all’inizio di questa pubblicazione antologica”.
In copertina, l’olio su tela, proprietà dell’Accademia Bonifaciana, “L’incontro tra Dante e Bonifacio VIII” è opera del Maestro Massimo Caruso. A breve la presentazione ufficiale dell’Antologia Letteraria, in diverse località italiane, tra cui Anagni, Frosinone, Fondi, Roma, Firenze, Caltanissetta, Agrigento, Catania, Cosenza, Milano, Genova e Venezia.